IL CENTRO AGROALIMENTARE, SVILUPPO URBANISTICO ED ECONOMICO DELLA CITTA’ di Matteo Boscolo Anzoletti

di 14 Gennaio 2022 Articoli, Focus

Testo in PDF

IL CENTRO AGROALIMENTARE, SVILUPPO URBANISTICO ED ECONOMICO DELLA CITTA’ 

1. Il centro agroalimentare, l’urbanistica e la città. 

Al tempo presente l’agricoltura1 rappresenta sempre più una realtà complessa, nella quale i frutti del settore primario vengono trasformati e commercializzati in modo contestuale in tempi rapidi. Si ha così il sorgere e lo sviluppo dei centri agroalimentari, la cui relazione con l’urbanistica è veicolo di sviluppo per tale realtà economica e per la città nella quale si trovano. Un tempo l’agricoltura scorreva lungo i tempi lenti cui fa riferimento Catone, il quale ne affermò la superiorità non soltanto sul piano sociale, morale ed educativo ma anche su quello del profitto economico, rispetto alle altre attività che pure procurano guadagni2, giudizio che, peraltro, appartiene anche a Virgilio3. 

1 REGOLAMENTO (UE) N. 1407/2013 DELLA COMMISSIONE del 18 dicembre 2013, REGOLAMENTO (UE) 2019/316 DELLA COMMISSIONE del 21 febbraio 2019, REGOLAMENTO (UE) N. 1305/2013 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 17 dicembre 2013, Legge regionale 12 dicembre 200 3 , n. 40 (BUR n. 117/ 2003). 2 M. P. CATONE, De agri cultura, Milano 2000. 3 VIRGILIO, Bucoliche, Milano 2020; ID, Georgiche, Milano 2019. 4 Proclamata il 10 dicembre 1948 a Parigi. 5 Proclamata nel corso del World food summit, 13-17 novembre 1996 a Roma. 6 Articolo 1470 e ss. c.c. 7 Articolo 1737 e ss. c.c. 

8 Articolo 1 del Regolamento del Centro Agroalimentare di Bologna, in https://www.caab.it/wp-content/uploads/Regolamento_Centro_Agroalimentare_Bologna.pdf 

Il centro agroalimentare contribuisce a sovvenire un diritto umano come l’alimentazione, il cui carattere è previsto dall’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU4, ed è specificato dalla Dichiarazione di Roma sulla sicurezza alimentare mondiale della FAO5. Va, in primo luogo, osservato che la relazione tra l’urbanistica e le attività produttive è di fondamentale importanza. Infatti, dal modo in cui si configura la delineazione del territorio urbanisticamente inteso, derivano attività produttive più o meno favorite nella loro funzionalità e resa economica. Il che deve essere sviluppato in modo da poter aderire ai mutamenti – anche rapidi – che coinvolgono il settore delicato ed economicamente rilevantissimo dell’agricoltura. La quale, non a caso, è configurata come il settore primario. 

Questo settore vede un rapporto sinergico tra gli agricoltori che, con modalità oggi tecnologicamente molto avanzate, con pazienza e tenacia coltivano e raccolgono i frutti della terra e il luogo nel quale si svolge la vendita dei prodotti degli agricoltori6, nella ricerca dei migliori prodotti da immettere nel circuito di acquisto, e la loro successiva spedizione7. 

Consequenziale e successivo rispetto all’attività degli agricoltori è quella di un centro agroalimentare. Il quale è costituito da tutte le strutture e le aree preposte allo svolgimento del commercio all’ingrosso dei prodotti agroalimentari, dei prodotti florovivaistici e dei prodotti della pesca nonché dai servizi necessari e altre attività compatibili con le funzioni del centro medesimo8. 2 

Come la terra è incubatrice dei frutti che da essa sono raccolti, così ì centri agroalimentari sono incubatori dell’agricoltura nei suoi aspetti economici e sociali. E’ sufficiente, al riguardo, considerare che nel 2021 l’agricoltura ha fatturato più di 575 miliardi di euro9, e che buona parte dell’agricoltura italiana passa per i centri agroalimentari diffusi nel territorio nazionale. Un esempio è dato dalla realizzazione del Centro Agroalimentare di Bologna (CAAB), come eccellenza del territorio proiettata nel presente e nel futuro per la quale, sotto un profilo urbanistico, si configura un duplice obiettivo: a) riorganizzare la struttura di CAAB per il commercio all’ingrosso, rendendola adeguata (per dimensione, servizi offerti, organizzazione, tecnologie, sostenibilità gestionale) alle esigenze di un moderno mercato all’ingrosso; b) realizzare, nella struttura principale liberata dalle attivit{ mercatali all’ingrosso, una “Fabbrica Italiana Contadina” dedicata alle attività di coltivazione, trasformazione e produzione a scopo didattico, e di vendita e consumo al dettaglio dei prodotti alimentari. Con la creazione a Bologna di un grande centro espositivo, gustativo, per la spesa, didattico e congressuale, dedicato al cibo e all’agroalimentare italiano. Con l’idea innovativa di associare all’acquisto la visita ai laboratori di produzione, il contatto con esempi di produzione (coltivazioni, allevamenti, …), la ristorazione di qualit{, la didattica. Il disegno di crescita del CAAB non è rivolto soltanto a livello italiano, ma anche europeo e internazionale, ben collegato tramite la rete viaria e ferroviaria. Per uno sviluppo economico, sociale e culturale del territorio in relazione alle attività commerciali, rafforzare il servizio di prossimità e il pluralismo delle forme distributive rappresentano condizioni preliminari da soddisfare. Importante è che il centro agroalimentare sia in grado di salvaguardare la sostenibilità territoriale ed ambientale ed il risparmio di suolo. A questo scopo, di primaria rilevanza è che sia incentivato il recupero e la riqualificazione urbanistica di aree e strutture dismesse e degradate, ma anche che siano assicurate la coerenza e l’integrazione tra la pianificazione urbanistica e territoriale unitamente agli indirizzi in materia di insediamenti commerciali. 

9 https://www.coldiretti.it/economia/covid-record-filiera-cibo-a-575-mld-7-nel-2021 

Di somma importanza, inoltre, è che la costruzione del centro agroalimentare avvenga nell’ottica di una rigenerazione urbanistica, di cui alla disciplina legislativa di molte Regioni. Ciò per evitare un inutile consumo di suolo il quale, se convenientemente ottimizzato, permette la realizzazione di una realtà qualitativamente molto migliore. Il che diviene a maggior ragione necessario alla luce della recente modifica della Costituzione secondo la quale la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni, e che l’attivit{ d’impresa non può svolgersi in contrasto con l’utilit{ sociale 3 

o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana10. 

10 Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente, in https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01331845.pdf 11 S. ISAGER AHI, Agriculture, in AA. VV., Connectedness, a cura di Marianne Krogh, Denmark 2020, p. 40. 12 A. WATERS, Food, in AA. VV., Connectedness, cit. p. 190. 13 E. KRANSKY, Architecture, in AA. VV., Connectedness, cit. p. 52. 14 C. HEDEGARD, Sustainability, in AA. VV., Connectedness, cit. p. 354. 15 V. SHIVA, Soil, in AA. VV., Connectedness, cit. p. 530. 16 G. FALCON, Lineamenti di diritto pubblico, Padova 2013, p. 358-359. 

In relazione a ciò occorre rigenerare l’economia ed il tessuto sociale e culturale urbano, favorendo la riqualificazione dei centri storici e urbani attraverso lo sviluppo delle attività commerciali, con dotazioni di parcheggi pubblici o privati ad uso pubblico. Al riguardo, di grande efficacia pratica sono le considerazioni in materia di agricoltura11, cibo12, architettura13, sostenibilità14 e suolo15, che sono stati sviluppati nel corso della recente Biennale Architettura di Venezia, dal titolo How will we live together? 

Compiere le opportune analisi statistiche e attuariali circa i prodotti da commercializzare consente di avere volumi economici e produttivi per la crescita complessiva della città nel contesto della Regione e della Nazione di cui è parte. Di grande importanza sotto il profilo costituzionale è l’articolo 117 della Carta, che definisce i lineamenti delle competenze16. 

2. Centro e città. 

Di preminente importanza è il fatto che, per generare sviluppo economico, il CAAB è in stretta relazione con la città sotto un profilo urbanistico, in vista della crescita. Da ciò consegue che ad esso si rivolge un cospicuo numero di opportunit{ nell’offerta lavorativa, perché la citt{ è il parametro di riferimento con la sua storia e la sua cultura per fare il CAAB per il presente e per il futuro. E ad essa si rivolgono primariamente i frutti della sua operosa operatività, quale parte integrante della più ampia valorizzazione in atto della tradizione culturale ed enogastronomica della citt{ di Bologna (progetto “Bologna City of food”) e, in generale, della Regione Emilia Romagna, integrandosi con la rete museale ed il sistema culturale metropolitano e divenendo anche vetrina delle eccellenze del territorio. Un’urbanistica di qualità in un centro agroalimentare implica un forte miglioramento sotto il profilo della transizione ecologica. Al riguardo, ha preso il via nel 2019 il progetto GECO a Bologna: si tratta della prima comunit{ energetica italiana nell’ambito di una area periferica interessata anche da un quartiere popolare. L’obiettivo è la riduzione dei costi di elettricità per l’edilizia popolare e un forte impegno per contrastare la povert{ energetica. GECO è un progetto europeo che vede il CAAB capofila nell’ambito di Climate KIC, realizzato in partnership con AESS (Agenzia Energie Sostenibili Emilia-Romagna), ENEA, Università di Bologna e Agenzia Sviluppo Pilastro Nord Est. 

Nel settore agroalimentare molto importante è il piano Farm to fork, piano ambizioso che ha l’obiettivo di cambiare il sistema agroalimentare in modo tale da garantire ai cittadini europei 4 

l’accesso a cibi sani e sostenibili, affrontare i cambiamenti climatici, salvaguardare la biodiversità ed assicurare un giusto compenso alla filiera. Il tutto con un occhio di riguardo al biologico. Con riferimento al tema del centro agroalimentare, particolarmente peculiare nel quadro di questo piano è il fatto di creare un ambiente in cui scegliere cibi sani e sostenibili sia la scelta più semplice. Si calcola che nel 2017 oltre 950 mila decessi nell’UE (una vittima su cinque) siano stati causati da abitudini alimentari malsane. Un’alimentazione corretta e a base di cibi vegetali riduce il rischio di malattie e riduce di molto l’impatto del nostro sistema alimentare sull’ambiente. Ulteriori e importanti aspetti sono dati dall’intensificazione della la lotta contro gli sprechi alimentari. L’investimento di 10 miliardi di euro del programma Orizzonte Europa in attività di ricerca e innovazione riguardanti i prodotti alimentari, la bioeconomia, le risorse naturali, l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e l’ambiente, e la promozione della transizione globale mette in primo piano la sostenibilità dei prodotti alimentari europei, può fornire un vantaggio competitivo e aprire nuove opportunità commerciali. In combinata con il piano Farm to fork agisce il Green new deal, per la transizione a un’economia verde e sostenibile, da raggiungere attraverso un percorso a tappe entro il 2050. Per avere un efficiente centro agroalimentare alcuni sono i focus fondamentali, focalizzare i quali è di primaria importanza. In primo luogo, il metodo del ponte di Genova, per mezzo del quale, se da un lato è vero che ci sono state norme eccezionali che hanno velocizzato i tempi, dall’altro per costruire il ponte è stato imprescindibile e necessario stabilire un ponte tra diversi intenti, che ha permesso di compiere il collaudo in soli due anni. In secondo luogo occorre che il centro agroalimentare sia collegato ad altri territori e mercati attraverso un network infrastrutturale su rotaia, su gomma e marittimo rapido e veloce. E’ una lezione antica, che deriva dagli antichi romani, e giunge a noi attraverso la Via della seta, e oggi la contemporanea Silk road, che dalla Cina giunge fino all’Europa. Con questo strumento le merci corrono rapidamente per essere commercializzate nei mercati interni, comunitari e internazionali, e divengono strumento di economia solida, creando una certa controtendenza a quello che Zygmunt Bauman definiva un mondo “liquido”. 

3. Per uno smart center. 

Importante è, dunque, che il centro agroalimentare sia smart. Per comprendere questa rilevanza utile è la testimonianza di Francesca Bria, assessore all’innovazione digitale nella città di Barcellona. Dalla sua esperienza ha dimostrato che è possibile dal momento che la città ha 300 chilometri di fibra ottica di proprietà del Comune e una presenza ubiqua di sensori utili all’efficienza energetica, alla raccolta dei rifiuti, alla distribuzione idrica. Un’economia digitale, con una particolare attenzione alle PMI. Secondo Bria la vera innovazione è nell’andare a capire dov’è il talento e fare in modo di attrarlo. E’, dunque, importante che l’innovazione sia sostenibile, in quanto dove c’è un joint venture sui progetti di innovazione al contributo pubblico deve rispondere un ritorno pubblico17. Sul punto, di grande importanza è il coinvolgimento di grandi soggetti come il Gruppo Leonardo per quanto riguarda il tema dell’utilizzo dei satelliti, la blockchain e l’agricoltura di precisione 4.0, per dare risposta a quelli che sono i bisogni e le informazioni da trasmettere ai consumatori. Tutto 

17 https://www.industriaitaliana.it/francesca-bria-litaliana-assessore-a-barcellona-ecco-come-si-crea-valore-con-manifattura-e-innovazione/ 5 

questo servirà per competere rispetto a quelle che sono le sfide future, dalla nuova strategia Farm to fork, al green new deal. 

4. Considerazioni economiche. 

Ciò può valere in modo particolare nel territorio compreso tra le province di Venezia, Padova, Treviso e Rovigo, cui Confindustria ha assegnato il titolo di “Capitale della Cultura d’Impresa 2022″. In quello che un tempo fu il cuore della Repubblica di Venezia oggi si articola un business generativo di oltre 80 miliardi di euro. In esso sono strutturali gli ambiti produttivi distrettuali e i filoni tematici, i “luoghi della cultura d’impresa” e l’originale modello organizzativo, fondato sulla partecipazione attiva delle principali istituzioni pubbliche e private dell’area vasta18. Elementi essenziali per lo sviluppo di un centro agroalimentare. Vi è, poi, un’altra considerazione, dettata dal fatto che il centro agroalimentare assolve una funzione pubblica e svolge economicamente la propria attività con criteri civilistici. In questo modo, se da un lato esso persegue lo scopo di sovvenire esigenze pubblicistiche come quella di garantire l’approvvigionamento alimentare, dall’altro con criteri civilistici mira all’ottimizzazione del fatturato. 

18 https://www.ilrestodelcarlino.it/rovigo/economia/capitale-cultura-impresa-2022-serenissima-1.7362851, 14 febbraio 2022. 19 Che, sotto il profilo civilistico, sono causa di risoluzione per eccessiva onerosità ex art. 1467 c.c. 20 La Corte di Cassazione, con sentenza n. 12235/2007, ha affermato che nei contratti a prestazioni corrispettive, ad esecuzione continuata o periodica o differita, ciascuna parte assume su di sé il rischio degli eventi che alterino il valore economico delle rispettive prestazioni, entro i limiti rientranti nell’alea normale del contratto. Ne consegue che, oltre tale alea, sussistono gli estremi per la risoluzione. Con le ulteriori sentenze n. 22396/2006 e 2661/2001 la Corte di Cassazione ha, inoltre, sottolineato che bisogna considerare che il carattere della straordinarietà è di natura obiettiva, qualificando un evento in base all’apprezzamento di elementi quali la frequenza, le dimensioni, l’intensità, ecc. 21 ORAZIO, Odi, Milano 2018, 1, 11, 8. 

Ultimo, ma non in ordine di importanza, il fatto che nel rapidissimo tempo dei social i centri agroalimentari possono svolgere un ruolo importante anche a fronte di eventi straordinari e imprevedibili19, come evidenziato dalla giurisprudenza20, in grado di produrre pesanti effetti sia sul fronte della microeconomia sia su quello della macroeconomia. In questi frangenti, essi possono contribuire a realizzare una exit strategy da tali eventi. Infatti, la capacità di determinare la conservazione di grandi quantità di riserve nei centri agroalimentari, permette di risparmiare risorse in tempi in cui la curva del ciclo economico sale, per disporne quando essa scende. In questo modo è possibile diluirne nel tempo la distribuzione, con benefici effetti sull’andamento del mercato. 

Contrariamente a quanto scrisse il poeta latino Orazio, che in una sua celebre ode invitò l’amata Leuconoe a essere quam minimun credula postero21, da quanto sopra emerge quanto, invece, sia realistica la fiducia, quali veicoli di promozione economica e sociale in una adeguata e opportuna relazione all’urbanistica, nei centri agroalimentari. I quali, contribuendo a garantire l’alimentazione, sono luoghi per la libertà e la dignità delle persone. Matteo Boscolo Anzoletti