D.L. CRESCITA: Dietrofront sul silenzio – assenso in materia di beni culturali, di Lorenzo De Poli

Da fonti stampa si apprende che il 4 aprile, in sede di Consiglio dei Ministri, è stata espunta dal “decreto crescita” la norma sul silenzio – assenso per gli interventi relativi ad immobili dichiarati di interesse culturale ai sensi del D.lgs. 42/2004.[1] Nei giorni precedenti, a seguito della circolazione della bozza del decreto, illustri accademici e firme importanti di quotidiani nazionali avevano espresso le proprie preoccupazioni circa l’introduzione di una disposizione così lesiva del patrimonio culturale nazionale.[2]

Nonostante tale inconciliabilità sia stata più volte sottolineata sia dalla giurisprudenza costituzionale, sia da quella comunitaria, dati i diversi tentativi di estensione del regime del silenzio – assenso ai cd. interessi sensibili, appare opportuno procedere ad una breve ricostruzione dell’istituto attraverso una analisi della normativa vigente e della giurisprudenza italiana e europea in materia.

Al link, qui di seguito, alcune osservazioni sulla vicenda.

D.L. CRESCITA- Dietrofront sul silenzio – assenso in materia di beni culturali

 

[1] Tra gli altri, G. VOLPE, Nel decreto crescita sventato il pericolo del “silenzio – assenso” per i beni culturali, 5 aprile 2019, in huffingtonpost.it.

[2] S. MILIANI, Beni culturali, “silenzio assenso” più veloce per aggirare le soprintendenze, 4 aprile 2019, in globalist.it; S. RIZZO, Sempre meno vincoli per i cantieri e tutele ridotte per i beni culturali, 2 aprile 2019, in rep.repubblica.it; G. VOLPE, Nel decreto crescita misure pericolose per i beni culturali, 4 aprile 2019, in huffingtonpost.it.

 

Lorenzo De Poli